Il Cantiere anno 2, numero 5 febbraio 2022
Contratto funzioni centrali
Aumenti salariali irrisori.
Finanziamento della sanità privata
Roberto Lucchesi
Dopo tre anni dalla sua scadenza (31/12/2018), è stato firmato il rinnovo del Contratto Nazionale per le Funzioni Centrali della Pubblica Amministrazione.
Il 21/12/2021, dopo 8 mesi di trattativa e 25 incontri fra Sindacati e ARAN, tutti i sindacati parte della delegazione trattante con esclusione dalla USB, hanno firmato la preintesa ed il 05/01/2022 il CCNL che riguarderà 250mila lavoratrici e lavoratori dei Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici non Economici e che traccia la linea per le chiusure dei contratti degli altri comparti del Pubblico Impiego: Funzioni Locali, Istruzione e Sanità.
Nel comunicato, immediatamente successivo alla firma, la CGIL lo ha giudicato “migliorativo” ed “innovativo”. Ma vediamo da quali richieste le rappresentanze sindacali si muovevano e cosa è stato ottenuto.
Per la parte salariale, si partiva da una richiesta minima di aumenti medi di 150 euro. Gli aumenti medi ottenuti nel nuovo contratto sono, sullo stipendio tabellare, di ca 85,70 euro pari al 3, 78 %, al lordo anche dell'indennità di vacanza contrattuale. Se si considerano gli incrementi del salario accessorio e il conglobamento dell'elemento perequativo, che non vanno però a tutti, gli aumenti medi del nuovo contratto si attestano a ca. 110 euro medi pari al 5%.
Non un grande aumento salariale, almeno per tutti, in compenso sono aumentate le indennità che vano a retribuire le Posizioni Organizzative (da 1.200 a 2.600 lordi mensili) e gli incarichi per le Elevate Professionalità (fino a 29.000 euro lordi annui oltre lo stipendio). Sempre più quote al salario accessorio differenziato e meno a quello tabellare per tutti. Una struttura salariale che va sempre più frammentandosi e sulla quale incide progressivamente la valutazione individuale attribuita dai dirigenti (40% sull'assegnazione del Differenziale Stipendiale).
L'altro punto delle richieste presenti nella piattaforma contrattuale, quello ritenuto più importante almeno dalla CGIL che se ne era fatta propositrice, era la revisione dell'Ordinamento Professionale, che proponeva l'abolizione della prima Area (operativa) con l'introduzione di una nuova area (Elevata Professionalità) per mantenere le 3 Aree previste dalla legge e nuovi ambiti professionali con relative Differenziali Stipendiali di area (Progressioni Economiche) che vanno ad aggiungersi al salario tabellare. Si chiedeva, poi, in fase di prima applicazione, di sanare le “mansioni superiori”, ormai svolte da quasi tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione a causa della completa informatizzazione dei processi lavorativi, collocando il personale in servizio nell'ambito professionale relativo alle mansioni effettivamente svolte.
Le aree, nel nuovo Contratto, da 3 sono diventate 4. La prima area non è stata abolita, ma in compenso si è creata l'area delle Elevate Professionalità poiché ben accetta dalla controparte e funzionale alle nuove assunzioni a chiamata previste dal PNRR.
Il nuovo Ordinamento Professionale è stato previsto nel nuovo contratto, anche se si attuerà con la futura Contrattazione Decentrata, nel frattempo, nei tre anni coperti dal contratto, centinaia di lavoratori che aspettavano da anni il riconoscimento delle mansioni effettuate e mai remunerate, che hanno permesso alla P. A. di continuare a svolgere dignitosamente i suoi compiti anche con una carenza di personale ormai cronica, sono andati in pensione e non vedranno riconosciuto un bel niente.......una vera beffa!!!!
Altro punto innovativo del nuovo contratto, è la regolamentazione delle tipologie di lavora “agile” e “da remoto”. La contrattualizzazione di queste modalità lavorative è sicuramente una cosa positiva, ma da attuare con molta attenzione e che deve rimanere una scelta e una ulteriore possibilità per il lavoratore (equilibri tempi vita e lavoro), perché definirle come “futuro della P.A.” “innovazione organizzativa” e “miglioramento dei servizi” può preludere a qualcosa che sindacalmente comporta rischi non indifferenti poiché i lavoratori si organizzano collettivamente e invece queste modalità di lavoro comportano la loro divisione. Per la controparte può essere un obiettivo (risparmi di gestione) ma per il sindacato può rivelarsi un suicidio.
Infine, nel nuovo contratto, sono state inserite nuove norme nei congedi a favore delle donne vittime di violenza di genere e nei congedi a favore dei genitore. E' stato tolto il limite di 120 giorni senza riduzione stipendiale perle terapie salvavita ed è stato ridotto da 15 a 10 il limite oltre il quale le giornate di malattia non vengono decurtate. Non un grande successo quest'ultimo, visto che la richiesta che perveniva dai lavoratori era di eliminare la decurtazione per le malattie brevi (1/3 giorni).
Per quanto riguarda le relazioni sindacali niente è modificato riguardo alle materie oggetto di contrattazione e di informazione, ma c'è la nascita di un Organismo Paritetico per l'Innovazione. In pratica si contratta di meno e si concerta di più, le RSU sono ormai quasi del tutto spoglie del loro potere contrattuale e si va alla loro rielezione con grosse difficoltà di rappresentanza.
Un capitolo a parte, occupa l'articolo del contratto con il quale si introduce il Welfare Integrativo e nel quale si fa riferimento all'istituzione di un fondo per l'assistenza sanitaria integrativo al Servizio Sanitario Nazionale. Il Welfare Aziendale distrae quote di salario che andrebbero ad aumentare le retribuzioni di tutti; favorisce il rafforzamento della Sanità Privata a discapito di quella Pubblica; introduce il principio che chi ha un lavoro garantito può permettersi le prestazioni/cure sanitarie, chi non ce l'ha si deve rivolgere a un Servizio Sanitario Nazionale sempre meno performante rispetto a quello privato a causa di tagli continui ed investimenti sempre più esigui; il proliferare nei contratti della Sanità Integrativa favorisce un flusso finanziario non indifferente verso i settori privati che consente investimenti importati e innovativi in macchinari per la diagnostica ed in assunzione di personale anche di alta professionalità, ciò va a determinare una sempre più alta capacità concorrenziale della medicina privata e alla riduzione del recinto di intervento della sanità pubblica.
Il sindacato della P.A., ma sicuramente la CGIL, avrebbe dovuto opporsi a quello che ormai in tutti i contratti pubblici e privati sta diventando un elemento di fatto a favore della Sanità Privata e che tende ad indebolire il Servizio Sanitario Nazionale e a rendere un diritto, quello alla salute. sempre meno per tutti.
|